Sindrome di Hubris: la malattia invisibile del potere
Quando gli dei vogliono punire qualcuno, prima gli danno il potere
C'è una malattia silenziosa che si insinua nei vertici del potere. Non colpisce subito, ma lavora dall'interno. All'inizio sembra quasi invisibile, poi cambia lo sguardo, le scelte, i rapporti. Il suo nome è antico: Hubris. Che in greco significava "senza misura". Oggi la conosciamo come Sindrome di Hubris.
Il meccanismo è sempre lo stesso: una persona riceve un ruolo di autorità, e lentamente si lascia trasformare da quel potere. Non è un'esplosione, ma un processo sottile: giorno dopo giorno cresce la convinzione di essere speciale, diverso dagli altri, al di sopra delle regole.
1. L'anatomia dell'arroganza
Quando il potere diventa identità
La sindrome di Hubris non è solo un concetto filosofico. È stata definita clinicamente nel 2009 dal neurologo e politico britannico David Owen, che l'ha descritta come una vera e propria patologia comportamentale che colpisce chi detiene posizioni di potere prolungato.
Nel suo studio "The Hubris Syndrome: An Acquired Personality Disorder?", Owen evidenzia come questa condizione alteri progressivamente la percezione di sé fino a compromettere il giudizio.
Perché vale la pena: La sindrome di Hubris è la spiegazione scientifica di come il potere non corrompa istantaneamente, ma eroda gradualmente l'empatia e l'autocontrollo. Un leader affetto inizia a vedere il potere non come strumento, ma come diritto personale.
2. I segnali d'allarme
L'ego che divora la leadership
I segni rivelatori sono inequivocabili, e forse ti sembrerà di riconoscere qualche figura che hai incrociato nella tua carriera:
Bisogno costante di ammirazione e conferme
Isolamento progressivo dalla realtà e dai feedback onesti
Uso dell'autorità come diritto personale, non come responsabilità
Incapacità di tollerare il dissenso o le critiche costruttive
La convinzione crescente di essere "intoccabile" e infallibile
Chicca nascosta: Secondo uno studio dell'Università Bocconi, i livelli di testosterone aumentano significativamente nelle persone che esercitano potere per periodi prolungati, alterando la chimica cerebrale e riducendo l'empatia. Il potere non è solo una condizione psicologica, ma provoca veri e propri cambiamenti biologici. 👉 Quando il potere diventa tossico
3. Le conseguenze organizzative
L'effetto domino sull'azienda
Quando la sindrome di Hubris si impossessa di un leader, l'intera organizzazione ne paga il prezzo:
Fuga dei migliori talenti, che cercano ambienti più sani
Team che si chiudono in difesa, comunicando solo ciò che il leader vuole sentire
Clima aziendale che diventa progressivamente tossico
Decisioni sempre più unilaterali e disconnesse dalla realtà del mercato
Innovazione che si spegne, soffocata dalla paura di contraddire
Momento wow: Studi della Harvard Business Review hanno dimostrato che i CEO con tendenze narcisistiche hanno il 29% di probabilità in più di essere licenziati nei primi cinque anni di mandato rispetto ai leader più collaborativi. L'hubris non è solo dannosa per l'organizzazione, ma paradossalmente autodistruttiva per chi ne soffre. 👉 I danni del narcisismo in azienda
4. L'antidoto: leadership consapevole
Dal potere come privilegio al potere come servizio
Esistono efficaci contromisure per prevenire la sindrome di Hubris:
Sistemi di feedback a 360° che garantiscano verità anche ai vertici
Cultura dell'accountability che si applichi a tutti i livelli
Board diversificati con il coraggio di sfidare anche il CEO
Pratiche di leadership riflessiva e mindfulness
Mentorship e confronto con pari grado esterni all'organizzazione
Pro tip: Secondo ricerche dell'Università di Roma, le organizzazioni che implementano sistemi di governance con "checks and balances" efficaci riducono del 40% i comportamenti disfunzionali dei leader. Non è solo questione di etica, ma di performance aziendale. 👉 Come costruire una leadership sana
5. Dalla prevenzione alla crescita
Trasformare la consapevolezza in vantaggio
La vera svolta non sta solo nell'evitare l'hubris, ma nel trasformare questa consapevolezza in un'opportunità di crescita personale e organizzativa:
Pratiche di leadership servente (servant leadership)
Rituali di ascolto attivo e decisioni collaborative
Valorizzazione del dissenso costruttivo come risorsa strategica
Rotazione delle responsabilità per evitare concentrazioni di potere
Cultura della vulnerabilità come forza, non come debolezza
Perché vale la pena: Le ricerche di Jim Collins sui leader di livello 5 mostrano che le aziende guidate da persone che combinano umiltà personale e determinazione professionale superano sistematicamente le performance di mercato. L'umiltà non è debolezza, ma il segreto della grandezza duratura. 👉 La leadership umile che crea valore
6. Il coraggio di scegliere
La domanda che cambia tutto
Ed è qui che nasce la domanda più importante: chi mettiamo al comando? Perché la leadership non è un premio, ma una responsabilità. Scegliere chi guiderà un team significa decidere che cultura respirerà quell'organizzazione e che futuro avrà l'azienda stessa.
Le domande da porsi quando si seleziona un leader sono:
Come reagisce alle critiche?
Sa ammettere i propri errori?
Condivide i meriti e si assume le responsabilità?
È capace di evolvere il proprio pensiero quando emergono nuove evidenze?
Mette l'organizzazione prima del proprio ego?
Chicca nascosta: Uno studio della London Business School ha rivelato che le aziende che promuovono leader basandosi su qualità caratteriali oltre che su competenze tecniche hanno il 23% in meno di probabilità di incorrere in scandali etici. La leadership non è solo questione di risultati, ma di come questi vengono raggiunti. 👉 Etica e leadership
7. L'eredità che conta
Oltre il potere, il lascito
I grandi leader non si misurano dal potere che accumulano, ma dall'impatto positivo che lasciano:
Persone cresciute sotto la loro guida
Cultura aziendale resiliente anche in loro assenza
Valori che sopravvivono al cambio di leadership
Organizzazioni che prosperano anche quando loro non ci sono più
La capacità di rendere obsoleta la propria leadership
Pro tip: Secondo il Center for Creative Leadership, i leader più efficaci dedicano almeno il 20% del loro tempo alla formazione dei successori. La vera misura della grandezza non sta nel rendere gli altri dipendenti da noi, ma nel renderli capaci di prosperare senza di noi. 👉 Costruire la leadership del futuro
8. Il risveglio consapevole
Quando il leader guarda allo specchio
Il paradosso dell'hubris è che chi ne soffre raramente ne è consapevole. Il primo passo verso la guarigione è il coraggio di guardarsi allo specchio e chiedersi:
Quanto tempo dedico ad ascoltare rispetto a parlare?
Quand'è stata l'ultima volta che ho cambiato idea grazie a un feedback?
Come reagisco quando qualcuno mi contraddice?
Le persone intorno a me si sentono libere di dire la verità?
Il mio potere serve l'organizzazione o l'organizzazione serve il mio potere?
Momento wow: Ricerche dell'Università di Stanford mostrano che i leader che praticano regolarmente l'autocritica e la riflessione hanno team con livelli di innovazione superiori del 31% rispetto ai leader autoreferenziali. L'umiltà è il terreno più fertile per l'innovazione. 👉 La leadership consapevole
Insomma: la sindrome di Hubris non è una condanna inevitabile del potere, ma un rischio da riconoscere e prevenire attivamente. La vera leadership non sta nell'esercizio dell'autorità, ma nella capacità di creare le condizioni in cui gli altri possano dare il meglio di sé.
Forse il vero potere non sta nel controllo, ma nella capacità di lasciarlo andare.
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Hai mai osservato la sindrome di Hubris in azione? Quali strategie hai trovato efficaci per mantenere l'ego sotto controllo quando si ha potere decisionale?