Ieri mia sorella mi ha mandato questa foto, senza spiegazioni. Per un attimo ho pensato che fosse completamente impazzita.
Poi ho scoperto la verità: ha passato tre interi fine settimana a dipingere i dissuasori del traffico davanti alla sua scuola elementare, trasformandoli in gigantesche matite colorate. Perché, come ha detto lei, “i bambini meritano un po’ di magia, anche nei giorni delle prove invalsi.”
Insegna in quarta elementare. Guadagna poco più di 1.300 euro al mese. Ha comprato lei stessa la vernice per esterni, non ha chiesto il permesso a nessuno, e si è presentata lì alle sei del mattino di sabato, da sola, con i pennelli in mano e un’idea in testa.
Il preside è passato con l’auto mentre stava dipingendo. Ha abbassato il finestrino, l’ha guardata in silenzio per una trentina di secondi… poi ha detto soltanto: “Ricordati di fare anche le gomme,” e se n’è andato.
Ora i genitori si fermano ogni mattina a scattare foto, e il vigile dice che il traffico all’entrata è raddoppiato, perché tutti vogliono vedere le “matite giganti.” Mia sorella sta già pianificando la prossima installazione artistica, cercando nuovi materiali dai piccoli artigiani locali, riciclando quello che può, senza mai superare il suo risicatissimo budget da insegnante.
La settimana scorsa ha ricevuto una lettera ufficiale dal dirigente scolastico. Avevo paura volessero farle cancellare tutto o darle una multa.
Invece no.
Le hanno chiesto di dipingere anche i dissuasori davanti alla scuola media.
Lei ha già deciso: questa volta saranno gialli e verdi.
È instancabile. E non sono mai stato così orgoglioso di qualcuno in tutta la mia vita.
Questa storia è inventata, è solo un racconto virale.
È apparsa per la prima volta in rete tra aprile e maggio 2024 in forma di post narrativo sui social (Facebook e poi X/Twitter, LinkedIn e Instagram), diffuso con toni emozionali e senza riferimenti verificabili (nessuna località, nessun nome della scuola o della maestra).
Il testo è stato rapidamente condiviso da pagine motivazionali, community di insegnanti e account che pubblicano storie “positive” o ispirazionali, spesso con la stessa identica formulazione che hai citato o con piccole variazioni nel finale.
Non esistono però articoli giornalistici, foto originali o conferme ufficiali che ne attestino la veridicità: tutto indica che si tratti di una “storia d’autore” inventata a scopo narrativo e motivazionale, in stile storytelling da social.
Molti fact-checker e community online (ad esempio su Reddit e su forum di insegnanti italiani) l’hanno riconosciuta come una short story originale e anonima, poi riadattata più volte.
La foto è vera ma non è italiana e nemmeno legata a questa storia. L’immagine circola dal 2020 in vari paesi ed è stata scattata davanti a una scuola primaria nel Regno Unito, in particolare a Wellington, Telford, dove l’azienda NAL LTD ha installato dei dissuasori prodotti appositamente a forma di matita gigante (“X-Last Pencil Bollard”).
La foto è diventata un meme visivo e viene spesso usata, sia in Italia che all’estero, per illustrare articolini motivazionali, post sulle pagine Facebook e gruppi di insegnanti. In realtà, il racconto che hai riportato è una narrazione d’autore, ma la foto originale è di un progetto urbanistico, documentato da riviste britanniche e persino su Reddit, dove appare la stessa immagine con la didascalia “The bollards outside this school in Dublin look like pencils
L’avresti mai detto?


