9 curiosità che non sapevi sulla serie "Mrs Playmen" ora su Netflix
Quando una rivista erotica diventa manifesto femminista nell'Italia del Buoncostume
C’è qualcosa di paradossale nel vedere una cattolica devota trasformare l’erotismo in rivoluzione culturale. Eppure è esattamente quello che è successo nella Roma conservatrice degli anni ‘70, quando Adelina Tattilo ha preso in mano Playmen e l’ha trasformata da semplice rivista osé in laboratorio di emancipazione femminile. Netflix racconta questa storia incredibile con Mrs Playmen, la serie italiana che sta conquistando il pubblico dimostrando che a volte le storie vere sono più audaci della fiction.
Dietro i sette episodi diretti da Riccardo Donna si nascondono scelte creative coraggiose, dettagli storici accurati e una protagonista reale che ha letteralmente riscritto le regole del gioco. Scopriamo insieme i segreti di una produzione che trasforma l’eros in cultura e la trasgressione in libertà.
1. Carolina Crescentini ha studiato per mesi libri, interviste e podcast su Adelina Tattilo
Il metodo per diventare la Hugh Hefner in gonnella
L’attrice si è immersa completamente nella figura dell’editrice, rimanendo colpita dalla sua modernità e dalle contraddizioni che la rendevano affascinante TodayAdnkronos. Non si è limitata a leggere il copione: ha divorato biografie, ascoltato interviste d’epoca e studiato le movenze di una donna che sapeva essere elegante e rivoluzionaria allo stesso tempo. La Crescentini ha dichiarato che interpretare Adelina è stato “un insegnamento”, scoprendo una donna che doveva prendere consapevolezza della propria forza Today.
Momento wow: L’attrice ha posato per Playboy anni fa, esperienza che l’ha aiutata a comprendere il lato umano e vulnerabile di chi si mette in gioco davanti all’obiettivo.
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2. Le riprese sono durate 20 settimane con una troupe di oltre 80 professionisti
Ricreare gli anni ‘70 non è stato un gioco da ragazzi
La produzione si è svolta tra gennaio e maggio 2024, coinvolgendo un team mastodontico per ricreare fedelmente l’Italia degli anni ‘60 e ‘70 Virgilio. Ogni dettaglio è stato curato maniacalmente: dai costumi alle acconciature, dalle auto d’epoca agli interni. Un momento curioso riguarda l’utilizzo dell’unico autobus storico romano ancora esistente, indispensabile per ricreare gli spostamenti della Roma dell’epoca SiViaggia.
Chicca nascosta: Le location iconiche includono il Piper Club e il Jackie O’, veri templi della vita notturna romana anni ‘70, ricreati nei minimi particolari.
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3. Adelina Tattilo nella realtà aveva tre figli, nella serie ne ha solo due
Quando la dramaturgia incontra la privacy
La serie modifica alcuni dettagli della vita privata di Adelina per esigenze narrative e rispetto della privacy: i tre figli reali (Fabrizio, Roberto e Manuela) diventano due nella fiction TodayLibero Magazine. Anche il personaggio di Elsa, interpretata da Francesca Colucci, è completamente inventato: nella realtà fu uno scrittore amico ad aiutare Adelina nelle battaglie legali contro Playboy. Una scelta che serve a concentrare la narrazione sull’evoluzione della protagonista.
Pro tip: Lo sceneggiatore Mario Ruggeri ha spiegato che tutto ciò che riguarda la sfera lavorativa corrisponde alla verità storica, mentre la sfera privata è romanzata per ragioni drammaturgiche.
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4. Playmen valeva 1,6 milioni di dollari dopo solo quattro anni dalla fondazione
Il business dell’erotismo intelligente
Fondata nel 1967 con un investimento di 640.000 dollari, la rivista raggiunse un valore stimato di 1.600.000 dollari già nel 1971 KuriUlandToday. Un successo clamoroso ottenuto grazie alla visione di Adelina: la rivista non era solo nudo e provocazione, ma un laboratorio di idee dove passavano scrittori, fotografi e intellettuali, uno spazio dove si parlava di divorzio, aborto, omosessualità quando farlo significava rischiare la denuncia Artribune.
Perché vale la pena: Playmen pubblicava interviste con Susan Sontag e Michel Foucault, mescolando erotismo e cultura alta in modo rivoluzionario Virgilio.
👉 La storia economica di Playmen su Kuriuland.it
5. La rivista usciva di sabato per evitare i sequestri della Buoncostume
L’arte della guerriglia editoriale
Le copie sbarcavano in edicola il sabato quando la polizia allentava i controlli, permettendo ai lettori di precedere i sequestri dei magistrati Quotidiano Nazionale. Una strategia geniale che dimostra quanto Adelina fosse non solo visionaria ma anche astuta imprenditrice. I lettori, fino a 450.000 copie al mese, correvano a comprare la rivista infilandola dentro il Corriere della Sera per non farsi notare Quotidiano Nazionale.
Chicca nascosta: Ogni numero rischiava il sequestro, trasformando l’acquisto di Playmen in un atto quasi sovversivo nella Roma cattolica e moralista.
👉 Dettagli sulla censura su QuotidianoNet
6. Il colpo da maestro furono le foto di Jackie Kennedy nuda
Quando lo scandalo diventa strategia
Nel dicembre 1972 Adelina pubblicò le foto di Jackie Kennedy Onassis completamente nuda a Skorpios, acquisite senza il consenso dell’ex First Lady Cinefilos.itQuotidiano Nazionale. Fu uno scandalo internazionale ma anche un successo commerciale clamoroso che atterrò definitivamente il rivale Playboy nella battaglia per il mercato italiano, in quelle che furono definite “guerre pubiche” Quotidiano Nazionale.
Momento wow: Quel numero vendette copie record e consolidò Playmen come la rivista più audace e chiacchierata d’Italia.
👉 Lo scandalo Jackie Kennedy su Cinefilos.it
7. Adelina creò anche “Adam”, la prima rivista erotica gay italiana
Quando la rivoluzione diventa inclusiva
Negli anni ‘90 Adelina fondò Adam, rivista di nudo maschile rivolta al pubblico omosessuale, che ebbe un enorme successo uscendo in edicola per cinque anni consecutivi TodayCinefilos.it. Un’ulteriore dimostrazione del suo anticonformismo: cattolica devota che abbatte tabù sessuali, madre di famiglia che parla di desiderio, imprenditrice che anticipa i tempi di decenni.
Perché vale la pena: Adam rappresentò un momento storico per la comunità LGBTQ+ italiana, offrendo visibilità in un’epoca ancora fortemente omofoba.
👉 Approfondimento su Adam su Today.it
8. Il personaggio del direttore artistico Chartroux è una fusione di più figure reali
Quando la fiction sintetizza la storia
Il direttore artistico interpretato da Filippo Nigro è una crasi di varie personalità realmente esistite, mentre le vicende private del personaggio sono totalmente inventate Libero Magazine. Questa scelta narrativa permette di rappresentare l’ambiente intellettuale che circondava Playmen senza disperdere la narrazione in troppi personaggi secondari. Il risultato è un ritratto efficace dell’Italia di quegli anni, perbenista in apparenza ma trasgressiva sotto la superficie.
Pro tip: Nigro interpreta un personaggio segretamente omosessuale, dettaglio che serve a restituire il clima oppressivo dell’epoca verso ogni forma di diversità.
👉 Intervista al cast su MoviePlayer.it
9. La serie è stata presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma
Il ritorno trionfale nella capitale che l’ha vista nascere
La miniserie è stata presentata in anteprima alla 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma, fuori concorso nella sezione Freestyle CorriereNerd. Una scelta simbolica perfetta: raccontare la Roma degli anni ‘70 proprio nella città che fu teatro di quella rivoluzione culturale. Le riprese si sono svolte interamente a Roma, tra studi cinematografici e location iconiche come il Colosseo, San Pietro e le strade del centro storico Virgilio.
Momento wow: L’accoglienza alla Festa del Cinema è stata entusiastica, con Carolina Crescentini applauditissima dal pubblico romano.
👉 Recensione dalla Festa del Cinema su CorriereNerd.it
Mrs Playmen non è solo un biopic su una donna straordinaria, è un ritratto dell’Italia che cambia, delle contraddizioni di un Paese che voleva essere moderno ma aveva paura della libertà. Adelina Tattilo ha dimostrato che si può essere cattolici e rivoluzionari, madri e imprenditrici, eleganti e sovversive. Una lezione che risuona potente anche oggi, in un’epoca che credeva di aver superato certi tabù ma che forse ci sta ricascando.
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Quale aspetto di questa storia ti ha colpito di più: il coraggio imprenditoriale di Adelina o la sua capacità di trasformare l’erotismo in strumento di emancipazione?


